Terza missione

La chiamiamo “terza” ma per molti di noi del DIST è in realtà la missione numero uno.

I colleghi anglosassoni parlano di give back: il dovere e il piacere di restituire alla società le nostre conoscenze.                  Da sempre lavoriamo con e per i territori, come ricercatori e insieme ai nostri studenti.

Lo scopo? Produrre conoscenza che sia bene pubblico. Come? Alleandoci con i responsabili pubblici, la società civile organizzata, gli attori privati, le imprese, gli abitanti stessi.

Nel 1973 Mark Granovetter formulò la sua teoria sulle reti sociali, teorizzò relazioni forti (tipiche dei gruppi di interesse) e deboli (tipiche delle grandi reti). Così la nostra terza missione si differenzia in due gruppi di attività: da un lato tese a rendere sempre più ricchi gli scambi con chi si occupa di ricerca, divulgazione e impatto pubblico fuori dall’università, e dall’altro svolgere azioni aperte al grande pubblico.

Ma qual è la definizione ufficiale di terza missione? Nella VQR 2004-2010, l’Anvur ha introdotto il concetto come “apertura verso il contesto socio-economico mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”, in una concezione più attuale che include iniziative dal valore socio-culturale ed educativo oltre alle attività di valorizzazione economica e di impatto della ricerca. Tuttavia, il monitoraggio svolto durante la VQR ha mostrato che questa sfida accademica è solo agli inizi (gli indicatori di terza missione, ad esempio, non hanno certamente ancora raggiunto una piena maturità) a livello nazionale.

A livello locale, quindi, abbiamo iniziato a enucleare i nostri principi e valori fondamentali di terza missione in quattro linee di azione:

  1. attività di supporto alla costruzione delle politiche e allo sviluppo delle comunità attive, a diverse scale territoriali, promuovendo fiducia tra i diversi soggetti;
  2. attività di didattica e ricerca responsabili, con l’obiettivo di supportare un circuito virtuoso tra ricerca e terza missione;
  3. attività di mediazione della conoscenza, per connettere mondi complessi e mediare tra soggetti e attori diversi;
  4. attività di divulgazione attraverso eventi di comunicazione pensati per pubblici diversi.

In quest'ottica, il DIST intende contribuire ad una più forte integrazione tra ricerca e didattica, ponendo al centro del proprio interesse il "progetto del territorio".

 

“Il DIST intende potenziare le attività destinate a rendere più evidente la sua responsabilità sociale, in linea con la visione strategica di PoliTO e UniTO, e perseguire un proprio ruolo di ‘terza missione’, non solo mobilitando le competenze ma anche progettando azioni per una transizione sostenibile della società”

(Piano strategico Dist 2020-23)