Categoria: Seminari e Convegni
Stato: Archiviata
15.04.2024

"Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori" di Marco Omizzolo

ore 14.00-16.00 | Aula Astengo, Castello del Valentino, Torino - Online

L'incontro vede relatore

  • Marco Omizzolo, Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori
L’intervento si propone di ritornare sul fenomeno di ‘transurbanizzazione’, concetto coniato per rendere conto delle trasformazioni dell’organizzazione sociale e urbana-rurale dell’Agro Pontino nei decenni che dal XX sfumavano nel XXI secolo grazie all’implicita azione organizzatrice di immigrati sikh. Nella crisi della dicotomia ‘società urbana-società rurale’, dei modelli gerarchici ‘centro urbano-periferia rurale’, la ‘transurbanizzazione’ permetteva di cogliere gli effetti del dispiegarsi di reticoli migratori, l’emergere di impreviste urbanità polifunzionali, mobili e apparentemente effimere. È all’interno di un modello insediativo disperso – le cui funzioni sono cumulativamente o singolarmente produttive e residenziali – che si è affermato un caporalato sikh costituendosi come chiave di volta dell’inserimento nel mercato del lavoro agricolo attraverso rapporti sociali transnazionali che coinvolgono le famiglie nel Punjab. Tracciare una mappa concettuale dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni - caratterizzati dalla refugizzazione delle politiche migratorie a discapito di quelle imperniate sui decreti-flusso che avevano favorito il preponderante insediamento di comunità sikh nella provincia di Latina – significa studiare le trasformazioni dei rapporti di lavoro e delle nuove forme assunte dalle attività di intermediazione in rapporto ai modelli insediativi non sempre riconducibili ad isolati segreganti. In questo senso, il caso dell’Agro Pontino può essere pensato come un caso-studio per mettere in prospettiva le dinamiche proprie ad altri territorio contraddistinti da insediamenti informali, chiamati ‘ghetti’.

Marco Omizzolo, sociologo, ricercatore Eurispes, presidente della cooperativa In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s., si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata. È autore di saggi e ricerche nazionali ed internazionali in particolare sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura dei lavoratori stranieri. Collabora con il master “Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con redazioni di quotidiani e riviste italiane. Ha pubblicato recentemente “La Quinta Mafia” (RadiciFuture editore) e “Sotto padrone. uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana” (Feltrinelli).

L'incontro fa parte del Ciclo di seminari ‘Dagli asparagi in poi’. Temporalità migranti tra geografie instabili e pratiche produttive del Progetto di Ricerca “CAMP-FORM(S) –Al di là del campo. Indagare opacità, forme e visioni del superamento come logica territoriale, coordinato dal Prof. Antonio Stopani e Prof. Camillo Boano.

04 Marzo 2024 - Marco Buttino, La società migrante africana
20 Marzo 2024 - Timothy Raeymaekers, Il Confine Naturale
15 Aprile 2024 - Marco Omizzolo, Transurbanizzazione. Ghetti e reticoli migratori
29 Maggio 2024 - Seminario di ricerca

Il Ciclo di seminari chiama a raccolta diverse generazioni di studiosi e studiose che, negli ultimi 20 anni, hanno analizzato sotto luci disciplinari plurime il nesso tra migrazioni, organizzazione delle relazioni lavorative e agrocapitalismo. Nel rinnovato interesse per i mutamenti economici e territoriali delle campagne nei paesi mediterranei, numerose ricerche hanno evidenziato le complesse connessioni tra due tipi di informalità: quella degli intermediari tra produttori e manodopera (che il discorso pubblico identifica come ‘caporali’), e quella degli insediamenti dove risiedono i lavoratori in attesa del reclutamento (designati tra l’altro come ‘ghetti’ o ‘campi’ nei discorsi politico e mediatico).

Il Ciclo di seminari intende stimolare una riflessione critica sulla relazione tra queste due tipologie di informalità interrogando gli strumenti con cui le politiche pubbliche si sono proposte di sradicare la prima attraverso la distruzione delle seconde e la loro sostituzione con altrettante forme insediative, isolate e spesso temporanee. Proponiamo ai partecipanti di interrogare l’eterogenea materialità di tali insediamenti auspicando che tre prospettive di ricerca siano messe in tensione.
La prima caldeggia la necessità di un approccio diacronico degli insediamenti informali prendendo in considerazione tanto la loro proliferazione quanto la loro evoluzione verso caratteri sempre meno temporanei e stagionali. La seconda sollecita un’indagine approfondita della forma urbana degli insediamenti informali, del loro ‘fare’ e ‘farsi città’, delle attività e delle socialità che ne organizzano lo spazio e gerarchizzano gli usi. Infine, invitiamo a prendere in considerazione le politiche pubbliche adottate finora nella persuasione che ogni intervento politico meriti di essere preparato da una descrizione attenta degli oggetti su cui si intende intervenire e dalla comprensione delle dinamiche mutevoli che li caratterizzano.