Isole di Calore: Accessibilità ai Rifugi climatici Urbani nei Servizi pubblici

Acronimo:

  • ICARUS

 Responsabile del progetto di ricerca:

  • Luca Staricco

 Componenti Gruppo di ricerca:

  • Andrea Ajmar
  • Nadia Caruso

 Partner di progetto:

  • Città di Torino – Servizio Biblioteche

Obiettivi del progetto:

Il progetto affronta il problema delle isole di calore in ambiente urbano in un’ottica di adattamento al cambiamento climatico, attraverso lo sviluppo di una metodologia per analizzare e progettare la distribuzione e l’accessibilità spaziale di potenziali “rifugi climatici”, ossia spazi pubblici (aperti o chiusi) che possano offrire un confort termico adeguato durante le giornate in cui si registrano temperature molto alte. Questo obiettivo generale si articola in una serie di obiettivi (ad esso funzionali) più specifici:

1.   Individuare quali servizi/spazi pubblici possano assolvere al ruolo di rifugi climatici in corrispondenza delle ondate di calore. Questa funzione è oggi spesso svolta da servizi privati, quali centri commerciali, cinema ecc., in quanto generalmente dotati di aria condizionata, ma tali da richiedere un ingresso a pagamento o comunque frequentabili secondo regole e modalità definite dalla proprietà privata del servizio. Alcuni servizi e spazi pubblici potrebbero – se dotati di sistemi di climatizzazione all’interno degli edifici, o di appropriate soluzioni per la mitigazione delle temperature all’aperto (e.g. copertura vegetativa) – costituire rifugi pubblici, attraverso un cambiamento degli orari (prolungandoli oltre la tradizionale chiusura a metà pomeriggio, fino alle ore serali) e delle regole di accesso (aprendoli alla cittadinanza più in generale): ad esempio, le scuole (e i relativi cortili), le biblioteche, i centri civici circoscrizionali, le aree gioco e i parchi urbani. Alcune sperimentazioni a Barcellona, Parigi, Madrid e in alcune città statunitensi vanno in questa direzione (Barò et a., 2022; Kim et al. 2023); mancano invece nel contesto italiano.

2.   Misurare l’accessibilità pedonale di tali servizi tenendo conto del confort termico lungo il percorso che permette di raggiungerli partendo dalla propria abitazione. I contesti urbani sono spesso caratterizzati da strade asfaltate prive di alberature e ombreggiamento, con livelli di temperatura estivi che possono disincentivare i soggetti più deboli dall’uscire di casa per raggiungere i rifugi, se non localizzati nelle immediate vicinanze. Il progetto intende valutare l’accessibilità dei rifugi a partire da ciascun isolato / sezione di censimento, definendo delle soglie massime temporali in funzione delle condizioni di ombreggiamento (ad esempio, 15 minuti in caso di percorso totalmente ombreggiato, 10 minuti in caso di ombreggiamento parziale ecc.) e costruendo così le relative isocrone (che rappresentano la parte di città coperta da ogni rifugio).

3.   Identificare quali parti della città non risultino “servite” dai potenziali rifugi climatici, grazie all’applicazione degli indicatori di accessibilità (di cui al punto 2.) ai rifugi individuati al punto 1. Per ciascuna di queste aree verranno valutate le condizioni di esposizione, (ossia il fatto che siano localizzate in corrispondenza di isole di calore più o meno forti), e vulnerabilità, (in funzione della percentuale di residenti “deboli”, come bambini, anziani ecc.). Il riconoscimento delle aree non servite più esposte e vulnerabili – e dunque a maggior rischio – permetterà di individuare dove sia prioritario introdurre nuovi rifugi urbani, attraverso l’adeguamento di servizi esistenti (ad esempio, climatizzando una certa biblioteca, prolungandone gli orari di accesso fino alla tarda serata ecc.) o la realizzazione di nuovi (ad esempio trasformando una scuola chiusa per il declino demografico in un centro civico climatizzato ecc.).

Questi tre obiettivi verranno declinati sul contesto di un caso studio, rappresentato dalla città di Torino.

Link di approfondimento:

Periodo:

  • 01/07/2023-30/06/2025