Smart Working e Inclusione. Comunicare la Transizione fra opportunità tecnologicHe e disuguaglianze digitali

Acronimo: 

  • SWITCH

Responsabile del Progetto:

Componenti del gruppo di ricerca del progetto del DIST:

Altri componenti del gruppo di ricerca del progetto:

  • Alessandra Colombelli (PA - DIGEP Polito), Luigi Di Caro (RTD-A, INF-01), Dipartimento di Informatica - Università degli Studi di Torino, Viviana Patti (PA, INF-01), Dipartimento di Informatica - Università degli Studi di Torino, Fiammetta Fanizza (PA, SPS-10), Dipartimento di Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione - Università degli Studi di Foggia, Giovanna Campanella (RTD, SPS-09), Dipartimento di Scienze Umane - Unimarconi, Roma, Luisa De Vita (PA, SPS-09), Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche - Università La Sapienza, Roma

Altre istituzioni coinvolte: 

  • Università, Centri di ricerca, CISL Piemonte - Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori

Obiettivi del progetto:

Il progetto analizza lo smart working quale fenomeno urbano complesso che si articola in alcune dimensioni caratterizzanti - i cambiamenti delle dinamiche produttive, delle relazioni sociali, la
riconfigurazione dei contesti lavorativi - e di cui la pandemia ha accelerato e influenzato le presenti transizioni. In relazione all’SDG 11, il fenomeno coinvolge molteplici dimensioni dei processi di inclusione: la dimensione tecnologica legata alle disuguaglianze digitali, la dimensione spaziale relativa alla riconfigurazione dei luoghi del lavoro e alle sue relazioni con contesti più ampi come il  quartiere e le realtà urbane e infine la dimensione legata ai discorsi e alle strategie di comunicazione che ne raccontano le contraddizioni.

Secondo tale prospettiva il progetto sarà articolato in tre obiettivi focalizzati sul territorio italiano:

1) Definizione di una mappa delle narrative dominanti sul tema smart working visto come opportunità o marginalizzazione, hub sociale/cottage elettronico vs periferia digitale, in ambienti social come Twitter, Facebook, Instagram etc. S’intende inoltre identificare le voci dominanti: soggetti (es. donne, giovani professionisti, rappresentanti di associazioni etc.) attivi o “molto menzionati” nei social media da sottoporre ad una più approfondita analisi qualitativa. Particolare attenzione sarà inoltre posta all’analisi del lessico utilizzato per individuare derive riferibili all’ambito dell’hate-speech o della discriminazione di genere.
2) In base ai temi emersi dall’obiettivo precedente, il 2 vuole mettere a fuoco le nuove forme di 3 disuguaglianza digitale (Van Dijk3) in relazione alla riorganizzazione del lavoro in modalità smart, nella città post-Covid19. Attenzione particolare sarà dedicata alla condizione delle donne, per comprendere se lo smart working sia, o possa diventare, un nuovo meccanismo di (ri)produzione delle diseguaglianze di genere e quali possano essere le criticità e le azioni per mitigarle.
3) A partire dagli esiti delle analisi condotte in 1 e 2, saranno analizzate le riconfigurazioni degli spazi lavorativi a livello urbano in relazione alle emergenti forme e necessità di smart-working. Tali  processi saranno indagati anche nell’ottica di individuare le periferie digitali ovvero aree particolarmente marginalizzate dal punto di vista delle infrastrutture digitali e/o socialmente connotate da una scarsa alfabetizzazione agli strumenti dello smart working e che spesso non corrispondono a luoghi e territori storicamente connotati come tali.

Trasversale a tali obiettivi vi è l’analisi delle procedure amministrative a livello nazionale che regolano il fenomeno dello smart working in ambiti come fisco e previdenza, e la definizione degli effetti delle complicazioni burocratiche nella fase di risposta all’emergenza Covid19.

Periodo:

  • 2021-2023